Sos salute, pugliesi sedentari pochi nati e vita più breve

Non è un ottimo stato di salute quello dei pugliesi tratteggiato da Osservasalute nel suo rapporto relativo al 2015, la più grande raccolta e analisi di dati sullo stato di salute degli italiani e sulla qualità dell'assistenza nelle varie re- gioni. La prima sorpresa che emerge dal dossier è che per la prima volta dopo anni, in Puglia cala la speranza di vita. Il fenomeno, presente anche nel resto d'Italia, ha una specificità tutta pugliese.

 

La prima sorpresa che emerge dal dossier è che per la prima volta dopo anni, in Puglia cala la speranza di vita. Il fenomeno, presente anche nel resto d'Italia, ha una specificità tutta pugliese, visto che nella nostra regione a calare sono solo le aspettative di vita delle donne: nel 2014, la loro speranza di vita era di 84,9 anni. Un anno dopo si scende a 84,6 anni. In controtendenza il dato degli uomini: la loro speranza di vita passa da 80,2 anni del 2014 a 80,3 anni del 2015. Ma forse il dato più preoccupante è quello relativo al tasso di fertilità. Nella nostra regione si fanno sempre meno figli: il tasso di fecondità totale nel 2015 è pari a 1,28 figli per donna (infe- riore al valore nazionale pari a 1,39 figli). Con questi numeri il cosiddetto livello di sostituzione, ovvero la media che servirebbe per garantire il ricambio generazionale e che è pari a circa 2,1 figli per donna, è molto lontano. Dal 2011, osserva il rapporto, il tasso di fecondità in Puglia cala dell'1,5 per cento. Di questo passo 0 numero degli abitanti in regione continuerà a calare, scendendo nei prossimi anni anche sotto la soglia dei 4 milioni: «Una soglia particolarmente significativa  sottolinea Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari 0 calo delle nascite è un fenomeno che non può essere preso così sotto gamba». I dati negativi non finiscono qui. Osservasalute sottolinea la scarsa predisposizione dei pugliesi verso la pratica dello sport, visto che il 56,2 per cento del totale della popolazione regionale dichiara di non fare nulla che sia paragonabile ad una attività fisica. Dato che è legato a doppio filo all'altra tendenza negativa sempre più diffusa da Foggia a Lecce, ovvero l'aumento delle persone sovrappeso e obese tra i 18enni ed oltre: nel 2014 i pugliesi in sovrappeso sono 0 39,4 per cento (quando la media nazionale è ferma al 36,2) mentre gli obesi ammontano all' 11,9 per cento. Se a livello fisico c'è qualcosa che non va, i pugliesi non se la passano poi tanto bene neanche a livello mentale, stando al costante aumento del consumo di psicofarmaci. Perché è vero che per quanto riguarda le dosi giornaliere siamo sotto la media nazionale, ma è altrettanto vero che tra 2005 e 2014 il mercato degli antidepressivi in regione cresce del 61,4 per cento. Va detto, però, che ai pugliesi piacciono tutti i farmaci, senza distinzioni. Tra 2001 e 2014 si assiste il consumo di farmaci in regione registra un aumento superiore al 64 per cento. «In tutti i Paesi in crisi economica  commenta ancora Anelli  i fenomeni che si verificano sono sempre gli stessi, dall'aumento del consumo di antidepressivi e dei suicidi alla riduzione dell'aspettativa di vita, della crescita di malattie cardiovascolari e dell'obesità. La gente vive in condizioni peggiori rispetto a qualche an- no fa. E un tema su cui puntiamo anche noi in questa regione che ha tra i Pil più bassi d'Italia. A questo si aggiunge un servizio sanitario regionale messo a dura prova dal piano di rientro, dal- la riduzione del numero del personale negli ospedali e della spesa sanitaria». A proposito di spesa, il valore relativo a quella nella sanità pubblica procapite in Puglia nel 2014 è pari a 1783 eu- ro, inferiore rispetto al dato nazionale che si attesta su una spesa di 1817 euro

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