Un norvegese ha oltre il 5% in più di probabilità di sopravvivere ad un tumore rispetto ad un italiano

Sole 24 ore Sanità

Un norvegese ha oltre il 5% in più di probabilità di sopravvivere ad un tumore rispetto ad un italiano. È il messaggio della campagna di sensibilizzazione appena lanciata dagli Ordini dei Medici di Bari e Napoli e che parte dai dati Eurocare 5, secondo cui la sopravvivenza al cancro è più elevata nei paesi del Nord Europa (59,6%) rispetto al Sud Europa (54,3%). Dal report emerge come la sopravvivenza sia correlata con la spesa sanitaria e i maggiori incrementi si siano registrati nei paesi dove la spesa è aumentata maggiormente. Il dato medio del nostro paese nasconde quindi in realtà grandi disparità territoriali, dato che le regioni del sud spendono molto meno in Sanità rispetto al nord: la spesa sanitaria in Puglia nel 2014 è stata di 7,1 miliardi di euro, mentre a parità di popolazione una regione come l'Emilia Romagna ha speso 8,7 miliardi (Dati Agenas). Nel 2012 la Puglia aveva 89,6 unità di personale sanitario ogni 10mila abitanti contro i 133,5 dell'Emilia Romagna e i 135,4 della Toscana (dati Istat 2012) e nel corso del Piano di Rientro 2011-2013 il blocco del turn over in Puglia ha determinato un ulteriore depauperamento di risorse pari al 6% del personale del Ssn.
La disparità territoriale nella distribuzione delle risorse investite in sanità, certificata anche dalla Corte dei Conti secondo cui «la fruibilità del diritto alla salute da parte dei cittadini non sembra uniforme sul territorio nazionale» (Relazione 2014 sugli andamenti della finanza territoriale), riapre una «Questione meridionale» che bisogna affrontare rivalutando i parametri di attribuzione del fondo sanitario. Al momento infatti le risorse vengono assegnate in base a fattori demografici come l'invecchiamento della popolazione che penalizzano le regioni del Sud – storicamente caratterizzate da una popolazione più giovane – e non tengono in considerazione fattori socio-economici come la povertà e la scarsa consapevolezza culturale. La povertà espone le persone a fattori di rischio comportamentali per determinate patologie, e l'insorgere di queste ultime, a sua volta, può diventare un elemento fondamentale nell'innescare la spirale discendente che conduce le famiglie alla povertà. Non vengono presi in considerazione nemmeno i fattori ambientali come l'inquinamento, che incidono sul rischio sanitario. Taranto è per esempio secondo l’Oms un’area «ad elevato rischio ambientale» con una mortalità da mesotelioma pleurico di +419% per gli uomini e +211% per le donne. In tali zone gli interventi di screening e sensibilizzazione della popolazione sono fondamentali per la prevenzione che prevenzione fa risparmiare il sistema nel lungo periodo ma richiede risorse investite nell'immediato.
 
«Più Risorse, più Salute» è il messaggio che i medici vogliono mandare all’opinione pubblica e all’amministrazione, denunciando una iniqua distribuzione delle risorse sanitarie che mina la tutela della salute dei cittadini delle regioni meridionali. Abbiamo scelto un tema particolarmente delicato, come quello oncologico, cui l’opinione pubblica è sensibile, ma il problema investe ovviamente il diritto alla salute nel suo complesso e l’impegno dello Stato, sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini. Non possono essere uguali cittadini che vivono situazioni di deprivazione e si avvalgono di un sistema sanitario più povero.

 

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