Il Rapporto sulla situazione sociale del Paese nel 2012 ove sono contenuti alcuni aspetti relativi alla Sanità e al Welfare.

Il giudizio degli italiani sugli operatori del Servizio Sanitario Nazionale è largamente positivo: il 71,2%, pensando ad una recente esperienza in una struttura sanitaria diversa dallo studio del medico di medicina generale, ha definito gli operatori sanitari gentili e disponibili. Quanto al rapporto con i medici di medicina generale, il giudizio dei cittadini è largamente positivo.

Alla richiesta di esprimere un giudizio con un valore compreso tra 0 e 10, il valore medio indicato dagli italiani è stato pari a 7,7. "Il positivo giudizio degli italiani sui medici del sistema sanitario nazionale è il risultato della disponibilità e dell'impegno di questi professionisti che con zelo riescono a supplire alle tante carenze del sistema", ha dichiarato il dott. Filippo Anelli.

"Ai medici ed ai professionisti della sanità va il ringraziamento per questa meritoria attività e l'invito agli amministratori a rinunciare a riversare sui medici responsabilità che attengono alla organizzazione e gestione del sistema. È il caso ad esempio delle liste d'attesa, della carenza del personale medico ed infermieristico nelle varie strutture.

Argomenti questi utilizzati per creare conflittualità tra gli operatori sanitari, come dimostrano le recenti cronache, su servizi come quello dell'emergenza: pronto soccorso e 118". Il rapporto, poi, evidenzia come il 52% degli utilizzatori del web dichiara che gli capita di verificare la diagnosi e le indicazioni del proprio medico su Internet ed il 33% di discutere con il medico stesso i risultati delle proprie ricerche sul web.

Un argomento questo che richiama il diritto dovere del medico di fornire al cittadino ampie informazioni oltre alla disponibilità, così come già largamente avviene oggi, a chiarire tutti i dubbi che emergono dalle ricerche sul web.

Se da una parte, dunque, il giudizio dei cittadini sugli operatori è assolutamente positivo, meno generosi sono i giudizi sulla organizzazione e gestione del welfare: il 63% ritiene che non offre una buona copertura per i diversi rischi, per il 75% non riesce a contenere le diseguaglianze sociali, per il 79% costa troppo al bilancio pubblico.

Non stupisce, quindi, che per l’86% degli italiani il welfare debba essere assolutamente cambiato per rispondere meglio ai nuovi bisogni di protezione, come la non autosufficienza.

I cittadini non vogliono solo tagli, ma anche razionalizzazione ed efficienza: il 62% pensa che in sanità le manovre di finanza pubblica tagliano i servizi, senza eliminare sprechi o razionalizzare le risorse.

I costi a carico delle famiglie rappresentano un fattore dal peso spesso insostenibile quando si tratta di malattie gravi e croniche.

Emerge come il modello assistenziale socio-sanitario sia capace di coprire solo una parte dei bisogni, lasciando scoperti proprio i soggetti che esprimono le necessità più complesse a lungo termine.

Fonte:http://fimmg.bari.it

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